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Gipeto

Una specie di Gypaetus
Nome scientifico : Gypaetus barbatus Genere : Gypaetus

Gipeto, Una specie di Gypaetus
Nome botanico: Gypaetus barbatus
Genere: Gypaetus
Gipeto (Gypaetus barbatus) Photo By Francesco Veronesi , used under CC-BY-SA-2.0 /Cropped and compressed from original

Descrizione

La struttura morfo-funzionale lo rende una specie molto caratteristica: pur essendo inserito nel gruppo degli avvoltoi, mostra caratteri tipici dei rapaci predatori che lo discostano dagli altri rappresentanti del gruppo a cui appartiene, avvicinandolo soltanto al Capovaccaio (Neophron pernopterus). Differisce, ad esempio, dagli altri avvoltoi per i suoi artigli, ancora adatti al trasporto della preda (come i rapaci) e non specializzati per la necrofagia, come ad esempio quelli del Grifone (Gyps fulvus). Lo studio delle specie estinte e di quella attuale rivela comunque una progressiva evoluzione verso la necrofagia con perdita delle capacità predatorie e modificazione della struttura del becco (non più adatto a strappare la carne) e delle zampe (non più utilizzabili a scopo offensivo). Come il nome stesso suggerisce (dal greco gyps = avvoltoio e aetos = aquila), il gipeto è collocabile, da un punto di vista morfologico, in una posizione intermedia fra l'aquila e l'avvoltoio. La specie ha, infatti, il corpo più snello e le ali più strette rispetto agli avvoltoi, con piume timoniere e remiganti più lunghe. Osservandolo in volo presenta una silhouette più simile a quella di un grosso falcone che a quella di un avvoltoio.
Taglia
1.2 m
Colori
Nero
Arancio
Aspettativa di vita
40 anni
Abitudini alimentari
Il gipeto si ciba quasi esclusivamente di carcasse di animali, di cui utilizza in particolare le ossa (circa il 90% della dieta). L'ampia apertura della bocca, la parete dell'esofago indurita da cheratina e l'assenza di gozzo, permettono all'animale di inghiottire ossa anche di 20–30 cm di lunghezza. Il gipeto è inoltre dotato di succhi gastrici altamente acidi, in grado di sciogliere i sali minerali contenuti nelle ossa. Molte altre specie di rapaci, che non presentano questa caratteristica, sono costretti a rigettare le ossa delle loro prede producendo le cosiddette borre. Le ossa più grosse vengono spezzate dagli adulti lasciandole cadere in volo su particolari placche rocciose e poi recuperate con estrema agilità e facilità. La scelta delle rocce usate può essere occasionale, ma Heredia (1991) riferisce che sui Pirenei ogni coppia dispone di alcuni "rompitoi" fissi con superficie liscia, a forte pendenza, esposti a correnti ascensionali che ne facilitano il sorvolo. Questo è un comportamento innato che i giovani attuano fin dai primi voli, inizialmente senza conoscerne il significato, poi in modo sempre più preciso, anche senza la presenza dei genitori. Questo tipo di alimentazione richiede, naturalmente, un'elevata disponibilità di carcasse. Nelle zone in cui si attua l'allevamento allo stato brado tutto l'anno (Corsica, bassi Pirenei) il gipeto basa la propria alimentazione sulle carcasse di bestiame domestico; invece nelle zone montane, dove le condizioni climatiche non consentono l'allevamento di bestiame all'aperto durante tutto l'anno, la fonte principale di cibo è costituita dalle carcasse di ungulati selvatici. Il consumo giornaliero di cibo di una coppia si aggira intorno agli 800-1.000 g, quantità che aumenta fino a 1,5 kg durante il periodo di allevamento del giovane; quindi il fabbisogno annuo si aggira intorno ai 420 kg, pari a circa 52 carcasse all'anno per coppia. Queste abitudini alimentari spiegano la necessità di occupare territori con estensioni che raggiungono, come detto in precedenza, anche i 300 km. Conseguenza importante dell'essersi specializzato a nutrirsi in prevalenza di ossa è che il gipeto ha ridotto la competizione con gli altri necrofagi. Poiché un comportamento aggressivo verso gli altri animali non porterebbe alcun vantaggio, il gipeto presenta un atteggiamento rinunciatario anche nei confronti di commensali di dimensioni minori rispetto alle sue (gracchi e corvi): quando arriva su una carcassa tende ad essere molto cauto e all'arrivo di un altro animale (anche conspecifico) si allontana. Oltre alle ossa, questo avvoltoio non disdegna nutrirsi di tartarughe, delle quali rompe il guscio con la medesima tecnica utilizzata per spezzare le ossa. Secondo un aneddoto, fu proprio una tartaruga lasciata cadere dall'alto da un avvoltoio ad uccidere il poeta Eschilo.
Habitat
Il lammergeier è scarsamente distribuito su una vasta gamma considerevole. Può essere trovato in regioni montuose dall'Europa orientale alla Siberia (paleartico) e in Africa. Si trova nei Pirenei, nelle Alpi, nella regione del Caucaso, nei Monti Zagros, negli Alborz, nei Koh-i-Baba a Bamyan, in Afghanistan, nei Monti Altai, nell'Himalaya, nel Ladakh nell'India settentrionale, nella Cina occidentale e centrale, in Israele (Dove sebbene estinto come allevatore dal 1981, nel 2000, 2004 e 2016 sono stati segnalati uccelli giovani single) e la penisola arabica. In Africa, si trova nelle montagne dell'Atlante, negli altopiani etiopi e giù dal Sudan alla Repubblica democratica nord-orientale del Congo, al Kenya centrale e al nord della Tanzania. Una popolazione isolata abita il Drakensberg del Sudafrica. Questa specie è quasi interamente associata a montagne e inselberg con abbondanti scogliere, falesie, precipizi, canyon e gole. Si trovano spesso vicino a pascoli e prati alpini, praterie montane e brughiere, wadi ripidi, rocciosi, steppe alte e sono occasionali intorno alle foreste. Sembrano preferire aree desolate e leggermente popolate in cui i predatori che forniscono molte ossa, come lupi e aquile reali, hanno popolazioni sane. In Etiopia, ora sono comuni nelle discariche alla periferia di piccoli villaggi e città. Sebbene occasionalmente scendano a 300-600 m (980-1.970 piedi), gli avvoltoi con la barba sono rari al di sotto di un'altitudine di 1.000 m (3.300 piedi) e normalmente risiedono sopra i 2.000 m (6.600 piedi) in alcune parti della loro portata. Si trovano in genere intorno o sopra la linea degli alberi che sono spesso vicino alle cime delle montagne, fino a 2.000 m (6.600 piedi) in Europa, 4.500 m (14.800 piedi) in Africa e 5.000 m (16.000 piedi) in Asia centrale . Nell'Armenia meridionale sono stati trovati a riprodursi al di sotto di 1.000 m (3.300 piedi) se la disponibilità della scogliera lo consente. Sono stati anche osservati vivere ad altitudini di 7.500 m (24.600 piedi) sul Monte Everest e sono stati osservati volare ad un'altezza di 7.300 m (24.000 piedi). Durante gli anni '70 e '80 la popolazione del gipeto nell'Africa meridionale è diminuita, ma la loro distribuzione è rimasta costante. La popolazione di avvoltoi barbuti occupa gli altopiani del Lesotho, Free State, Eastern Cape e le montagne Maloti-Drakensberg nel KwaZulu-Natal. Gli avvoltoi adulti utilizzano aree con altitudini più elevate, con pendenze ripide e punte acuminate e all'interno di aree situate più vicine ai loro siti di nidificazione. Gli avvoltoi adulti hanno maggiori probabilità di volare sotto i 200 metri sopra il Lesotho. Lungo la scarpata di Drakensberg dall'area del Golden Gate Highlands National Park a sud, nella parte settentrionale del Capo Orientale, c'erano le maggiori densità di avvoltoi barbuti. L'abbondanza di avvoltoi barbuti viene mostrata per otto regioni all'interno della gamma delle specie nell'Africa meridionale. La popolazione totale di avvoltoi con la barba nell'Africa meridionale è calcolata in 408 uccelli adulti e 224 uccelli giovani di tutte le età, dando quindi una stima di circa 632 uccelli.
Tipo di Dieta
Scavenger

Informazioni generali

Area di Distribuzione

La distribuzione geografica del gipeto è strettamente legata alle aree montane e in particolare alle montagne meridionali della Regione Paleartica (Europa, Nord Africa e Asia fino al Tibet e all'Himalaya) e alle montagne orientali e meridionali della Regione Afrotropicale (tutta l'Africa a sud del Sahara). Nella zona euroasiatica l'areale segue l'andamento delle catene montuose alpino-himalayane e si estende dai Pirenei, passando dalle montagne della Corsica, attraverso Alpi, Carpazi e Caucaso, fino al Karakorum; il limite settentrionale è rappresentato dalle Alpi svizzere e austriache e dai monti Altai in Mongolia. Negli ultimi anni alcune coppie di gipeti sono state introdotte nell'area protetta del parco dello Stelvio, ove si sono adattate perfettamente. Il gipeto in Africa è presente sulla catena dell'Atlante, dal Marocco alla Tunisia, sui monti egiziani lungo il Mar Rosso, sull'Acrocoro etiopico e sugli altopiani dell'Africa orientale fino ai monti del Sudafrica. Nonostante l'abbondanza di ungulati selvatici delle savane africane, il gipeto non si è mai insediato in queste regioni pianeggianti in quanto predilige zone montane con poca copertura boschiva in cui siano presenti pareti di roccia adatte alla nidificazione. Secondo una stima approssimativa si pensa che nel mondo siano presenti 50.000 individui. In Europa si è estinto, come specie nidificante, in tutto l'arco alpino e in vaste aree dei Carpazi, dei Balcani e dei Pirenei. Le poche aree di nidificazione ancora presenti nel vecchio continente sono comprese tra i 1000 e i 2000 m di quota; in Asia, invece, la specie può nidificare ad oltre 4000 m.

Stato della Specie

Estinto sulle Alpi dall'inizio del XX secolo a causa della false leggende che seguivano la sua figura, è ora presente con una popolazione autosufficiente e stabile, grazie ad un progetto europeo di reintroduzione che ha interessato molti Stati europei. Circa 150 individui sono stati liberati sulle Alpi negli ultimi venti anni secondo un programma di reinserimento che ha interessato Italia, Francia, Svizzera e Austria, e ora è presente una piccola popolazione stabile sull'arco alpino, con numerosi siti di nidificazione, anche in territorio italiano. Nel 2017 sono state stimate 46 coppie nidificanti in tutto l'arco alpino, per un totale di 208-251 individui.
Gipeto (Gypaetus barbatus) Gipeto (Gypaetus barbatus) Photo By Francesco Veronesi , used under CC-BY-SA-2.0 /Cropped and compressed from original

Scientific Classification

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