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Aquila delle Filippine

Una specie di Pithecophaga
Nome scientifico : Pithecophaga jefferyi Genere : Pithecophaga

Aquila delle Filippine, Una specie di Pithecophaga
Nome botanico: Pithecophaga jefferyi
Genere: Pithecophaga
Aquila delle Filippine (Pithecophaga jefferyi) Photo By Nigel Voaden

Descrizione

La nuca dell'aquila delle Filippine è ornata da lunghe penne marroni che formano una cresta arruffata. Queste penne danno l'impressione che l'animale possegga una criniera simile a quella del leone, che a sua volta assomiglia al mitico grifone. L'aquila ha la faccia scura e la nuca e la sommità del capo color crema-marrone. Il dorso è marrone scuro, mentre la regione ventrale e il sottoala sono bianchi. Le forti zampe sono gialle, e sono munite di grandi artigli potenti di colore scuro, mentre il becco, grande, arcuato e profondo, è grigio-bluastro. Gli occhi sono grigio-blu. I giovani sono simili agli adulti, e se ne differenziano per il fatto di avere piume del dorso dai margini chiari. È opinione corrente indicare che l'aquila delle Filippine abbia una lunghezza totale di 86–102 cm, ma un'analisi condotta a partire da vari esemplari conservati in alcune tra le più grandi collezioni museali del mondo ha rivelato una lunghezza media di 95 cm per i maschi e di 105 cm per le femmine. Queste ultime misurazioni ne fanno la più lunga specie di aquila esistente, dal momento che la lunghezza media della femmina equivale a quella massima registrata nell'arpia e nell'aquila di mare di Steller. La più lunga aquila delle Filippine registrata, nonché la più lunga aquila mai esistita fatta eccezione per l'estinta aquila di Haast, è un esemplare conservato al Museo Field di Storia Naturale (FMNH) che misura 112 cm; tuttavia, trattandosi delle spoglie di un esemplare mantenuto in cattività, non può essere preso come rappresentante degli esemplari selvatici a causa delle differenze che intercorrono nella disponibilità di cibo. Il livello di dimorfismo sessuale nelle dimensioni non è certo, ma si ritiene che il maschio sia generalmente il 10% più piccolo della femmina, e questa affermazione è supportata dai dati della lunghezza media nei maschi e nelle femmine riportati in una fonte. In molte altre grandi specie di aquila, la differenza di dimensioni tra le femmine e i maschi adulti può superare il 20%. Per le aquile delle Filippine adulte, i dati riportati riguardanti il peso oscillano tra i 4,7 e gli 8 kg, mentre altri studiosi indicano un peso medio inferiore a quello sopra indicato, di 4,5 kg per i maschi e di 6 kg per le femmine. Un maschio esaminato (di età non specificata) pesava 4,04 kg. L'aquila delle Filippine ha un'apertura alare di 184–220 cm e una lunghezza dell'ala (misurata lungo il margine anteriore) di 57,4-61,4 cm. Il peso massimo registrato è superato da quello di altre due aquile (l'arpia e l'aquila di mare di Steller), mentre le ali sono più corte di quelle delle grandi aquile che vivono in habitat aperti (come l'aquila di mare, l'aquila di mare di Steller, l'aquila marziale o l'aquila cudacuneata), sebbene siano piuttosto larghe. Il tarso dell'aquila delle Filippine è considerato il più lungo tra quelli di ogni altra specie di aquila e misura 12,2-14,5 cm, all'incirca la stessa lunghezza di quello dell'aquila di Nuova Guinea, molto più piccola ma con zampe relativamente lunghe. Il becco, molto grande ma compresso lateralmente, contende con quello dell'aquila di mare di Steller il titolo di becco più grande di qualsiasi aquila esistente. Esso misura in media 7,22 cm di lunghezza a partire dalla commessura labiale. La coda è piuttosto lunga, 42-45,3 cm, mentre un'altra fonte indica una lunghezza di 50 cm. Tra i richiami più frequenti emessi dall'aquila delle Filippine vi sono dei forti fischi acuti che terminano con inflessioni di intonazione. Inoltre, è risaputo che i giovani mendicano il cibo emettendo una serie di richiami acuti.
Taglia
1.02 m
Abitudini alimentari
L'aquila delle Filippine veniva chiamata originariamente aquila delle scimmie perché si credeva che si nutrisse quasi esclusivamente di questi animali (l'unica scimmia originaria delle Filippine è il macaco cinomolgo delle Filippine); successivamente ciò si è dimostrato inesatto. Forse la causa di tutto risiede nel fatto che il primo esemplare esaminato aveva resti ossei di scimmia non digeriti nello stomaco. Come molti predatori, l'aquila delle Filippine è un animale opportunista, e va a caccia di prede in base al loro livello locale di abbondanza e alla facilità di cattura. È il predatore alfa del proprio areale. Nei nidi dell'aquila sono stati rinvenuti resti di prede di ogni genere, da un piccolo pipistrello di 10 g a un cervo delle Filippine di 14 kg. Le prede principali variano da un'isola all'altra in base alla loro disponibilità, in particolare a Luzon e a Mindanao, situate in due diverse regioni faunistiche. Ad esempio, il colugo delle Filippine, delle dimensioni di uno scoiattolo arboricolo, preda preferita delle aquile di Mindanao, è del tutto assente a Luzon. Tra le prede preferite delle aquile di Luzon figurano scimmie, uccelli, volpi volanti, ratti delle nuvole giganti Phloeomys pallidus che, con un peso di 2-2,5 kg, possono pesare il doppio di un colugo, e rettili come grossi serpenti e lucertole. In alcune località si stima che i colughi costituiscano il 90% della dieta del rapace. Sebbene le aquile sembrino prediligere questi ultimi quando sono disponibili, la maggior parte degli altri animali delle Filippine, fatta eccezione per gli ungulati adulti e gli esseri umani, può cadere vittima di questi volatili. Tra essi vi sono zibetti delle palme comuni (il 12% della dieta a Mindanao), macachi, scoiattoli volanti, scoiattoli arboricoli, pipistrelli della frutta, ratti, uccelli (rapaci notturni e buceri), rettili (serpenti e varani), e perfino altri rapaci. È stata registrata addirittura la cattura di giovani maiali e di cani di piccola taglia. L'aquila delle Filippine utilizza principalmente due metodi di caccia. Uno di questi, noto come caccia da fermo, consiste nell'osservare le attività della preda rimanendo quasi immobili su un ramo vicino alla volta della foresta. L'altro metodo, ossia la caccia in movimento, implica il planare periodicamente da un posatoio all'altro. Così facendo, l'aquila spesso scende sempre più in basso dalla volta, verso i rami, e, se non riesce a localizzare una possibile preda in questa incursione iniziale, volerà via o farà ritorno sulle cime degli alberi per tentare di nuovo. Le aquile di Mindanao spesso impiegano con successo quest'ultima tecnica per catturare i colughi, dal momento che si tratta di animali notturni che utilizzano il camuffamento per proteggersi nelle ore diurne. I membri di una coppia di aquile talvolta cooperano per catturare le scimmie: un uccello si appollaia nelle vicinanze per distrarre i primati, permettendo all'altro di attaccarli, non visto, alle spalle. Dato che i macachi del posto hanno all'incirca le dimensioni dell'aquila stessa, circa 9 kg nei maschi adulti, costituiscono una preda potenzialmente pericolosa, ed è stato riportato il caso di aquile che si sono fratturate una zampa in seguito ad una caduta avvenuta mentre lottavano a mezz'aria con un grosso maschio di scimmia.
Tipo di Dieta
Carnivoro

Informazioni generali

Area di Distribuzione

L'aquila delle Filippine è endemica delle Filippine e si rinviene su quattro delle isole maggiori: la parte orientale di Luzon, Samar, Leyte e Mindanao. Il maggior numero di aquile risiede a Mindanao, dove si trovano dalle 82 alle 233 coppie riproduttive. Solamente sei coppie risiedono a Samar, due a Leyte, e poche altre a Luzon. È presente nel parco nazionale della Sierra Madre Settentrionale a Luzon e nei parchi nazionali di Monte Apo, Monte Malindang e Monte Kitanglad a Mindanao. Quest'aquila è diffusa nelle foreste di dipterocarpi e in quelle montane di medie altitudini, in particolare in aree impervie. Il suo range altitudinale va dalle pianure alle montagne di oltre 1800 m. Si stima che in tutto l'areale della specie rimangano solo 9220 km² di foresta primaria. Tuttavia, le dimensioni totali dell'areale vengono stimate a 146.000 km².

Stato della Specie

Nel 2010, la IUCN e BirdLife International hanno inserito questa specie tra quelle seriamente minacciate. Secondo l'Unione internazionale per la conservazione della natura, nelle Filippine sopravviverebbero 180-500 aquile. Esse sono minacciate principalmente dalla deforestazione, dovuta sia all'industria del legname che all'espansione dell'agricoltura. Le foreste primarie stanno scomparendo a un ritmo elevato, e la maggior parte delle foreste di pianura è proprietà delle compagnie del legname. Anche lo sfruttamento minerario, l'inquinamento, l'esposizione a pesticidi che influiscono sulla riproduzione, e il bracconaggio costituiscono serie minacce. Inoltre, alcuni esemplari rimangono ogni tanto intrappolati in trappole posizionate dai locali per catturare i cervi. Sebbene non costituisca più una grave minaccia, bisogna ricordare che in passato molti esemplari venivano catturati per essere esposti negli zoo. La diminuzione della popolazione di aquila delle Filippine venne portata per la prima volta all'attenzione internazionale nel 1965 dal celebre ornitologo filippino Dioscoro S. Rabor e dal direttore dell'Ufficio Parchi e Natura Jesus A. Alvarez. Charles Lindbergh, il primo uomo ad aver sorvolato l'Atlantico in solitaria e senza scalo nel 1927, era affascinato da quest'aquila. Nel ruolo di rappresentante del World Wildlife Fund, Lindbergh effettuò vari viaggi nelle Filippine tra il 1969 e il 1972, dove aiutò a persuadere il governo a proteggere l'aquila. Nel 1969, venne istituito il Programma per la Conservazione dell'Aquila delle Scimmie con l'apposito scopo di scongiurare la specie dall'estinzione. Nel 1992, in cattività nacquero le prime aquile in seguito ad inseminazione artificiale; tuttavia, i primi aquilotti nati senza l'aiuto dell'inseminazione artificiale nacquero solamente nel 1999. Il primo esemplare nato in cattività ad essere rilasciato, Kabayan, venne liberato nel 2004 a Mindanao; purtroppo, morì fulminato accidentalmente nel gennaio del 2005. Un'altra aquila, Kagsabua, venne rilasciata il 6 marzo del 2008, ma venne abbattuta e mangiata da un contadino. L'uccisione di questa specie gravemente minacciata è punibile, ai termini della legge filippina, con 12 anni di carcere e multe salate. Nel giugno 2015 fu liberata una femmina di tre anni di nome Pamana, il cui corpo fu però ritrovato in stato di decomposizione due mesi dopo a Davao Oriental, con una profonda ferita d'arma da fuoco al petto. L'episodio causò sdegno, soprattutto per il fatto che Pamana era già stata salvata da un altro proiettile al petto alcuni anni prima e presa in custodia in un centro di cura. Il numero delle aquile è diminuito lentamente, nel corso dei decenni, fino ai 180-500 individui attuali. Una serie di inondazioni e di valanghe di fango, causate dalla deforestazione, hanno ulteriormente devastato la popolazione rimanente. L'aquila delle Filippine potrebbe presto scomparire in natura se non verranno prese misure dirette di salvaguardia. La Philippine Eagle Foundation di Davao, Filippine, è un'organizzazione dedicata alla protezione e alla conservazione di questa specie e delle foreste in cui vive. Nelle sue strutture l'aquila si riproduce in cattività da oltre un decennio e lo staff della fondazione ha condotto il primo rilascio sperimentale in natura di un'aquila nata in cattività. Il centro operativo della fondazione ospita 35 aquile, delle quali 18 nate in cattività. Ricerche su comportamento, ecologia e dinamiche della popolazione sono tuttora in corso. Negli ultimi anni, sono state istituite apposite aree protette per la salvaguardia di questa specie, come la foresta di Cabuaya (700 km²) e il santuario naturale della foresta di Taft (37,2 km²) a Samar. Tuttavia, gran parte della popolazione abita al di fuori delle aree protette.
Aquila delle Filippine (Pithecophaga jefferyi) Aquila delle Filippine (Pithecophaga jefferyi) Photo By Nigel Voaden

Scientific Classification

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